MENZIONI e VINCITORI

SEZIONE ARTE

 

Menzione d’onore

Studenti: Pesce Daniele – Margani Luca – Molinari Aurora – Giagnoni Flavia

Classe: 3E

Liceo scientifico Plinio Seniore – Roma (RM)

Docente Coordinatore: Altobelli Anna Maria

Titolo: Eterno dolore

 

Menzione d’onore

Studente: Sivori Nicola

Classe: 2DS

Liceo scientifico Marconi Delpino – Chiavari (GE)

Docente Coordinatore: Cafferata Laura

Titolo: Canto di culla

 

Menzione d’onore

Studenti: Berti Tommaso – De Valderstein Andrés – Ortolani Margherita – Porcelli Anita

Classe: 5C

Liceo scientifico Guglielmo Oberdan – Trieste (TS)

Docente Coordinatore: Banova Paolo

Titolo: L’acquilone

 

Menzione d’onore

Studenti: Falcone Cosimo – Fedeli Gioia

Classe: 3A

Istituto Tecnico Commerciale per Geometri Bonifazi Corridoni – Civitanova Marche (MC)

Docente Coordinatore: Perini Maria Laura

Titolo: Alba

 

Menzione d’onore

Studenti: Amendola Alessandro – Fochesato Davide – Puddu Lorenzo – Russo Luigi – Valente Matteo

Classe: 4D

Liceo classico Carducci – Cassino (FR)

Docente Coordinatore: Marra Augusto

Titolo: Un mistero senza risposta

 

Menzione d’onore

Studenti: Alessandrini Fabio – Fama  Zoe – Papa Elisa – Cattivera Giulia

Classi: 3B grafico – 4B grafico

Istituto Tecnico Commerciale per Geometri Bonifazi Corridoni – Civitanova  Marche (MC)

Docente Coordinatore: Bella Rachele

Titolo: Il mistero nella vita è grande

 

TERZO CLASSIFICATO

Studente: Comastri Lisa

Classe: 5M

Liceo delle Scienze Sociali Cattaneo Dall’Aglio – Castelnovo ne’Monti (RE)

Docente Coordinatore: Gandolfi Elena

Titolo: Verso Sud

Motivazione

Contemplando Firenze, il sindaco (Santo) Giorgio la Pira paragonava la sua città alla Gerusalemme celeste dell’Apocalisse di San Giovanni nella quale, tra una moltitudine di pietre preziose, divampava quel calore d’Amore che rende adatta la nostra coscienza alla percezione della poesia in tutte le cose. Questo è quanto afferma l’autore(i) dell’opera in questione, nelle ultime righe della presentazione dell’elaborato. Artisticamente, il manufatto tridimensionale di notevoli dimensioni cm. 68X39x30, sollecita l’accostamento all’arte povera, per l’uso di materiali semplici di “recupero”, eppure all’arte dello scultore cinetico Calder. La tecnica origami con cui è stata realizzata la rondine, richiama l’oriente, precisamente il Giappone. La stessa cultura nipponica viene più o meno consapevolmente riproposta nello spazio teatrale, set dell’evento, attraverso il fondale, retro della scatola scenica, su cui campeggia un’immagine alborea, controluce, che nuovamente allude alla pittura giapponese. La rondine, appesa con un sottilissimo e trasparente filo di nylon collegato ad un braccio di metallo che ruota di 180 gradi sulla mezzeria della scena, sorte l’effetto cinetico (il cui moto suggerisce il viaggio verso sud), che avvicina quest’opera al mondo di Calder. La coerenza tra quanto visivamente percepiamo e l’enunciati culturali, concettuali esposti dall’autore (i) -rende quest’opera, senza dubbio, meritevole del terzo posto della sezione arte.

 

SECONDO CLASSIFICATO

Studenti: Valente Francesco – Sabatino Giulia – Cecconi Vittoria – Giammario Maria Chiara

Classi: 3F – 4F – 4M

Liceo artistico Sant’Orsola – Roma (RM)

Docente Coordinatore: Annibali Francesco

Titolo: Quasi solo

Motivazione

L’autore di questo disegno dal titolo suggestivo: “Quasi solo,” dal forte richiamo esistenziale, realizzato su carta da spolvero di cm.35×50 con carboncino e matite colorate, per la sua povertà di mezzi espressivi, si accosta al linguaggio grafico di Ottone Rosai e per la composizione e il coinvolgimento dell’osservatore nell’opera, ad un celebre quadro di Carlo Carrà: “Rissa in Galleria”. Per restare nell’ambito delle citazioni, oltre al fiorentino Rosai, che auspicava la nascita di un artista che fosse come una giornataccia, così da scuotere la coscienza di tutti da una visione del reale priva di stupore, o della proposta futurista di Carlo Carrà, per spiegare meglio il disegno in questione occorre citare Cennino Cennini, toscano d’adozione veneta, che nel suo “Libro dell’Arte” propone agli allievi la semplicità di strumenti espressivi e sobrietà esistenziale. Quest’ultimi consigli, provenienti dai tre artisti, mi sembrano istintivamente praticati dal nostro, che nella relazione che accompagna il suo disegno, dimostra di conoscere compiutamente la corrente futurista ed il contesto storico che l’ha generata insieme alla poetica pascoliana fonte della sua ispirazione disegnativa. Indipendentemente dalle citazioni, il disegno analizzato merita di ottenere il secondo posto del concorso per il coraggio di aver mostrato il proprio segno personale, unico irripetibile, come il colore degli occhi, il suono della voce, così come irripetibile è ogni essere umano. Nel nostro tempo in cui i linguaggi computerizzati per la loro peculiarità non possono svelare le soggettività individuali nella loro essenza, questo disegno oltre alla chiarezza concettuale, ci dona un di più indefinibile, carico del mistero stesso della poesia.

 

PRIMO CLASSIFICATO

Studenti: Camporeale Giuseppe – Monaco Maurizio – Balbo Antonio

Classe: 4D

Liceo scientifico Carlo Pisacane – Padula (SA)

Docente: Nunziata Marianna

Titolo: Homo ut puer

Motivazione

Quest’opera è tridimensionale, realizzata con materiali attuali ed una tecnica altrettanto tipica dei nostri tempi. La “scultura” al suo interno presenta luci a LED sottocutanei, che conferiscono a quest’opera, fuori dal coro, una forza coinvolgente che ci parla di un viaggio dal cuore alla mente, come bene esprime l’autore nella scheda esplicativa che accompagna l’opera. L’ansia, la paura sperimentata in questo pellegrinaggio, (fuori metafora il pellegrinaggio esistenziale, la vita), l’ascolto profondo dell’essenza primordiale della nefes* inserita da Dio attraverso il suo alito, in tutti gli esseri umani da Lui voluti, – documenta ed esprime con compiutezza l’ idea pascoliana del Puer, collocato nel profondo di ogni cuore, che stenta a esprimersi nell’adulto in modo responsabile, cercando di tracciare quella strada: dal cuore alla mente, percorribile ragionevolmente nei due sensi di marcia, così da rendere la vita pienamente umana. Per le qualità visive (artistiche) e quelle concettuali, contenute nell’elaborato, l’opera risulta meritevole del primo premio. Nefes o Nephesh, si differenzia dalla psychè, essendo la prima incarnata nel corpo,- un tutt’uno con esso, – la qual cosa teologicamente, illumina il Mistero dell’Incarnazione, ed apre alla riflessione sulla Resurrezione!

 

 

SEZIONE NARRATIVA

 

Menzione d’onore

Studente: Sbarra Giuditta

Classe: 4DLL

Liceo linguistico Alessandro Volta – Bagno a Ripoli (FI)

Docente Coordinatore: Baroni Pietro

Titolo: Il rifiorire di un giovane sepolcro

 

Menzione d’onore

Studenti: Lasalvia Emanuele – Caputo Angela – Casalnuovo Giusy – Paciello Ciro

Classe: 4C

Liceo scientifico Carlo Pisacane – Padula (SA)

Docente Coordinatore: Larocca Maria Teresa

Titolo: Un viaggio misterioso…a Castelvecchio

 

Menzione d’onore

Studente: Mattioli Anna

Classe: 3AC

Liceo classico A. Einstein – Piove di Sacco (PD)

Docente Coordinatore: Vallebona Cristina

Titolo: La traccia d’un fievole sibilio d’ale

 

 

TERZO CLASSIFICATO

Studente: Denevi Lucia

Classe: 4C

Liceo scientifico Marconi Delpino – Chiavari (GE)

Docente Coordinatore: Lasalandra Carmela

Titolo: Tre seminatori al tramonto

Motivazione

Tra poesia e arti figurative il dialogo è stretto e sempre eloquente, parlante. Il racconto si apre al confronto con il Seminatore al tramonto di Van Gogh esposto in una mostra, ma ciò non comporta un taglio saggistico, bensì propriamente un taglio narrativo e ci presenta il colloquio tra la visitatrice della mostra, incantata dinanzi al quadro, e il suo ignoto e innominato interlocutore, lo sconosciuto uomo dai grandi baffi che prende appunti in un taccuino davanti alla tela di Van Gogh. Dalle parole che i due personaggi si scambiano, emergono in primo piano taluni connotati fondamentali del quadro: lo straordinario spettacolo di un paesaggio agreste particolarissimo nella sua quotidiana e misteriosa semplicità, un paesaggio insieme reale e immaginato, concreto e visionario, e poi il fascino intenso del linguaggio dei colori, ovvero un fenomenale cromatismo che altera e stravolge l’assetto naturalistico dell’insieme e trasmette allo spettatore/lettore un senso di solitudine, di smarrimento, di angoscia, ma in pari tempo anche un sentimento di confidente pace e raccoglimento a contatto con una natura che appare umanissima e familiare. Nel racconto, breve e lineare, il nome di Pascoli è appena accennato, ma è costante, in ogni pagina, l’inquietante suggestione espressiva e figurativa della sua poesia.

 

SECONDO CLASSIFICATO

Studente: De Corneliis Viola

Classe: 5B

Liceo classico Mariano Buratti – Viterbo (VT)

Docente Coordinatore: Zappa Gianluca

Titolo: Ponti tra le isole

Cosmo e Valerio, che non si conoscono, si trovano a essere insieme nell’Isola Tiberina, a Roma, per un caso fortuito. Il racconto è statico e senza svolte, ma saldo, originale e scava dentro. Cosmo ha accettato di accompagnare a casa Valerio, cieco ormai da quattro anni. Camminano e conversano, dandosi il braccio. E dalle loro parole emergono i loro caratteri. Cosmo, chiuso in sé, diffidente e sospettoso, è separato dagli altri, amante dell’oscurità, vive in una condizione esistenziale e reale di isolamento, di solitudine, di disconnessione con il mondo esterno, di muta complicità con la penombra e con il buio. Come una piccola isola a sé stante. Valerio, invece, il non vedente, è estroverso e aperto, entusiasta di esistere, in affettiva comunione con il prossimo e con la realtà circostante. La pesantezza e il male di vivere non sono un fatto fisico, ma un fatto mentale, interiore, e proprio Valerio, il cieco, il non vedente, insegna a Cosmo l’amore per la vita, gli suggerisce la bellezza e la necessità dei ponti tra le isole, l’apertura verso gli altri, proprio lui gli insegna in che cosa consiste la luce.

 

PRIMO CLASSIFICATO

 

Studenti: Cavarai Livia – Muncibì Maria

Classe: 4D

Liceo scientifico Leonardo da Vinci – Firenze (FI)

Docente Coordinatore: Cometto Francesca

Titolo: Mezza sigaretta

Motivazione

Da uno sperduto centro della provincia lombarda, Massimo, a 17 anni si trasferisce nella periferia di Milano, dove vive in una squallida camera d’affitto. La sistemazione è miserevole e il lavoro precario e il ragazzo tira avanti con il suo lavoro di lavapiatti. Ma ha il conforto di non essere solo e di trovarsi in compagnia del suo amico più caro, Alessandro, che conosce fino dall’infanzia. Il racconto si segnala per equilibrata semplicità e per lineare scorrevolezza, che sono effetto di un originale e ben calibrato trattamento del tempo narrativo e di un altrettanto originale sceneggiatura di racconto (con scene dialogate che si svolgono ora nella camera d’affitto di Massimo nella periferia milanese, ora in treno e ora nell’abitazione di Massimo al paese). Per Natale, dopo due anni di assenza da casa, Massimo ritorna in famiglia al villaggio insieme all’inseparabile Vittorio e qui accade il colpo di scena. Il fraterno amico d’infanzia, per altro persona concretissima, come avviene in alcuni memorabili componimenti pascoliani, si rivela alla fine un incantesimo visionario, un personaggio della mente, il fantasma di Vittorio, deceduto per un incidente accaduto quattro anni prima davanti agli occhi di Massimo.

 

 

SEZIONE TESINE BIENNIO

 

Menzione d’onore

Studenti: Golfo Tamara – Petruccelli Viola – Corso Silvia – Orlando Jennifer – Di Salvo Andrea

Classe: 1A

Liceo classico Francesco Scaduto – Bagheria (PA)

Docente Coordinatore: Coco Maria

TITOLO: E le stelle passano pian piano

 

Menzione d’onore

Studenti: Zarcone Vincenzo – La Tona Chiara – Gennaro Gaia – Cimò Alice – Belmonte Andrea

Classe 1A

Liceo classico Francesco Scaduto – Bagheria (PA)

Docente Coordinatore: Coco Maria

TITOLO: Vidi il mio sogno sopra il monte in cima

 

TERZO CLASSIFICATO

Studenti: Laneri Kevin – Giglio Greta – Velardi Viola – Porretto Elisabetta

Classe: 1A

Liceo classico Francesco  Scaduto – Bagheria (PA)

Docente: Coco Maria

TITOLO: Fiore di spina

Motivazione

Nel canto «fiore di spina», che in Sera d’ottobre, un componimento di Myricae, al tramonto «nei campi intuona una fanciulla al vento», si manifesta «l’essenza stessa della poesia», la sua capacità di dare armonia a un’esistenza, complessa e lacerata. La poesia, fusione di bellezza e sofferenza, costituisce così un modo privilegiato per lenire il dolore della vita, «una terapia che consente al poeta di guardarsi dentro» e consegnare ai lettori di oggi le sue scoperte e conquiste.

 

SECONDO CLASSIFICATO

Studenti: Orioli Elisabetta – Perozzi Elena – Zanotti Rebecca  – Ercolani Margherita – Bernardi Francesca

Classe: 2AS

Liceo scientifico Malpighi – Bologna (BO)

Docente Coordinatore: Diodati Maria

TITOLO: Tra il dolore e la gioia

Motivazione

L’elaborato è sapientemente costruito sull’analisi di diversi testi della raccolta Myricae. Il punto di partenza coincide con il componimento da cui l’analisi prende il titolo. Tra il dolore e la gioia descrive un sogno improvvisamente interrotto da una tempesta, ma che continua a vivere nell’animo del poeta. L’immagine manzoniana del «guazzabuglio del cuore umano» rivela una realtà complessa e la duplicità dei sentimenti umani. Cosa, però, può fornire riparo ai dolori dell’esistenza? Come il canto di una madre che si eleva tra il timore, l’inquietudine e l’amarezza, anche nella vita «c’è sempre qualcosa nello sconforto che permette di rinascere». E con questo messaggio di speranza si conclude l’attraversamento della raccolta di Pascoli.

 

PRIMO CLASSIFICATO

 

Studenti: Miola Matteo – Rignanese Simona – Statti Giulia – Vaino Tommaso

Classe: 2A classico

IIS Leonardo da Vinci – Civitanova  Marche (MC)

Docente Coordinatore: Maraviglia Cristina

TITOLO: “Non esser mai!”. Una voce da un mondo di mezzo

Motivazione

L’elaborato coniuga gli interessi di studio maturati sull’epica con la poesia di Pascoli, e in particolare con la lettura dei Poemi conviviali. Il mondo classico resta per Pascoli simbolo di equilibrio, razionalità e perfezione, ma nella sua poesia cosa diventano gli eroi di quel mondo ormai scomparso? Pascoli li spoglia delle «armi gloriose» e li coglie nel momento della solitudine e del dubbio. Alessandro Magno e Ulisse sono immagini dell’uomo moderno, in cui si rispecchiano le angosce e le inquietudini dell’autore stesso. La lettura dei Poemi conviviali lascia emergere la voce «di un uomo come noi, che si interroga sul vero significato della vita».

 

 

SEZIONE TESINE TRIENNIO

Menzione d’onore

Studenti: Guidarelli Sofia – Rossi Eugenio – Erasmi Eva – Biello Pietro

Classe: 5B

Liceo classico Mariano Buratti – Viterbo (VB)

Docente Coordinatore: Zappa Gianluca

TITOLO: Dall’ultimo sfacelo un Astro nuovo emerga

 

Menzione d’onore

Studenti: Deriu Roberta – Casu Emanuele – Lecis Anna Lisa – Mastinu Matteo – Mossa Caterina

Classi: 4D – 4E

Liceo classico Galileo Galilei di Macomer (NU)

Docenti Coordinatori: Galizia Mariantonietta

TITOLO: Io aspetto incessantemente l’inaspettato

 

Menzione d’onore

Studenti:

Annaolo Alice – Bova Giuseppe Maria – Lionti Valeria – Milisenna Sofia Maria – Marchese Chiara

Classe: 3F

Liceo scientifico Alessandro Volta – Caltanissetta (CL)

Docente Coordinatore: Alaimo Monica

TITOLO: Stupìano i rondinotti dell’estate di quel sottile scendere di spille

 

TERZO CLASSIFICATO

Studenti: Calani Camilla – Norero Matilde – Landò Maddalena – Valsuani Micaela – Arno Linh

Classe: 4A – 4B

Liceo classico Marconi Delpino di Chiavari (GE)

Docente Coordinatore: Delucchi Elena

TITOLO: C’è qualcuno che canta per te?

Motivazione

«Soave allora un canto/s’udì di madre, e il moto di una culla». L’elaborato è sapientemente costruito sulla base di questi versi tratti dalla poesia Il tuono di Myricae. «Si tratta di una voce che afferra il poeta affinché non cada nel baratro della morte»? La voce materna è un elemento ricorrente nell’opera di Pascoli, una voce amica, ma si intreccia sempre con voci e temi di natura diversa, tragica, come la solitudine, il dolore, la morte. In questo universo poetico composto da ossimori, i Canti di Castelvecchio si aprono con il desiderio che le poesie restino sulla tomba della madre. La poesia sembra aprire un varco nell’ombra della morte. E «tutti i bisbigli, tutte le voci, i fili del destino convogliano in un’unica melodia», nel canto di una madre che continua a offrire sostegno e speranza al cammino del figlio.

 

SECONDO CLASSIFICATO

Studenti: D’Errico Mirjam – Cardamone Margherita

Classe: 5A

Liceo classico Pasquale Galluppi – Catanzaro (CZ)

Docente Coordinatore: Arcuri Ines

TITOLO: Tu dici, è l’ora

Motivazione

L’elaborato si struttura in forma di risposta ad una voce misteriosa che annuncia l’arrivo dell’ora «di andare». Forse questo richiamo è giunto troppo presto per chi avrebbe preferito «restare nel nido ancora un po’». C’è tempo ancora, però, per «guardarsi attorno», per «osservare» e ricordare. Nella Prefazione ai Primi poemetti, Pascoli individua nel ricordo «la chiave che gli ha permesso di esplorare le intime cavità del dolore e della gioia», l’elemento irriducibile della sua ispirazione: «Il ricordo è poesia, e la poesia non è se non ricordo». Gli antichi, come Pascoli sa bene, impiegavano il verbo ricordare per riferirsi alle memorie che avevano sede nel cuore; e nel cuore Pascoli rintraccia l’origine della sua voce poetica. Ricordare significa allora far memoria dell’essenziale.

 

PRIMO CLASSIFICATO

Studenti: Maggini Emanuele – Taurchini Carlotta – De Corneliis Viola

Classi: 4D – 5B

Liceo classico Mariano Buratti – Viterbo (VT)

Docente Coordinatore: Zappa Gianluca

TITOLO: Il soffio possente di un fatale andare

Motivazione

Tra i molteplici percorsi possibili nell’opera di Pascoli, l’elaborato si sofferma su un aspetto particolare dei personaggi. Tutti, da Psiche ad Odisseo fino ad Alessandro Magno, «sono pellegrini in viaggio», ugualmente spinti nel loro «infinito errare» dalla curiosità, elemento costitutivo della condizione umana. Si tratta, dunque, più propriamente di uomini e di donne, non più di eroi o eroine. Solamente la sosta durante questo viaggio senza meta lascia emergere l’unico mezzo di cui l’individuo dispone: la memoria, custode dei sacrifici e degli sforzi compiuti, elemento d’unione tra l’io e coloro che non ci sono più. Il pellegrino in viaggio riassume la condizione di un moderno homo viator, insoddisfatto e mosso dall’esigenza del vero, ma allo stesso tempo intrappolato «da un forte sentimento di inadeguatezza rispetto a ciò che la realtà sconosciuta rappresenta».