Cronache da un’avventura letteraria su Le Vie d’Europa

È stato dedicato a Shakespeare l’XI edizione de Le Vie d’Europa, il convegno-concorso ideato e organizzato da Diesse Firenze e Toscana, che si è tenuto il 31 marzo al Teatro Aurora di Scandicci.

Anche quest’anno, e per la sesta volta, la Kolbe vi si è cimentata.
La nostra scuola ha partecipato a questa iniziativa su Shakespeare con 15 alunni delle classi terze, suddivisi in tre gruppi; due di essi hanno presentato un lavoro creativo ispirato alle tematiche e alle vicende del Re Lear, cercando di ricalcarne la modalità espressiva; un gruppo ha prodotto una tesina a partire dalla lettura del Macbeth.

Quest’ultimo elaborato, UNA STERILE CORONA E UN INUTILE SCETTRO, ha ricevuto il terzo premio nella propria sezione, con la seguente motivazione della giuria: Efficace e personale riflessione sul “Macbeth”, di cui si mette in luce tutto l’abisso del male e, insieme, la nostalgia di un amore e di un perdono che si vorrebbero “chiamare in scena”.

Il convegno del 31 marzo, che ha visto circa 700 partecipanti da sei diverse regioni, è stato seguito con molta attenzione e apprezzato da parte dei nostri ragazzi, resi ben consapevoli dal lavoro di preparazione, di tutto ciò che ascoltavano. Ricevere un premio è stato lusinghiero, naturalmente.
La giornata trascorsa a Firenze è stata per tutti, compresi la sottoscritta e il prof Sacconaghi, che ci accompagnava come guida artistica, una giornata speciale, un gradevole misto di impegno e di vacanza.

Ma cosa ha davvero lasciato ai nostri alunni la partecipazione a questa iniziativa?
Lo hanno messo nero su bianco essi stessi, dopo aver spedito il 10 febbraio gli elaborati finalmente conclusi; la lettura di quei fogli fa emergere, oltre il gusto tipico del lavoro di gruppo e la soddisfazione del risultato, delle risposte davvero interessanti.

1. Hanno mostrato una consapevolezza dell’incontro con un grandissimo autore, e con un modo di scrivere “antico” e arduo per i giovani lettori, mentre il solo lavoro di classe non lo avrebbe permesso.

“Mi è piaciuto molto fare un lavoro così complesso su questo autore perché, sì, lo conoscevo attraverso un power point con la prof di inglese, ma non avevo mai letto il modo in cui scriveva. Shakespeare mi ha aperto un mondo verso la scrittura meno contemporanea.”

“Provare a creare un atto teatrale non è stato facile, ma verso la fine del lavoro mi sono abituata a quella tipologia di scrittura, così approfondita e richiamante altri concetti.
Avevo sentito parlare di Shakespeare e avevamo letto qualcosa sulla sua vita in classe, ma in modo così approfondito non mi era mai capitato di vederlo”.

2. Hanno detto di aver sperimentato che la scrittura è “scrivere e riscrivere”, che è un lavoro, che niente si ottiene con la sola spontaneità:
“Ho potuto apprezzare non solo i risultati, ma i momenti di scrittura: confrontarmi con i compagni, cancellare per poi riscrivere, modificare, tagliare, incollare, insomma creare.”
“E’ stato impegnativo per il tempo dedicatogli, per i continui cambiamenti all’interno del testo al fine di affinarlo con pazienza, per il coinvolgimento emotivo affinché l’opera risultasse unica, originale e significativa.”

3. Hanno constatato che mettersi alla prova permette di scoprire i propri talenti, perciò questo lavoro ha avuto anche una valenza orientativa:
“Per e è stato un modo per conoscere meglio le mie capacità e il mio interesse per la scrittura; mi ha aiutato, in piccola parte, a scegliere la scuola superiore.”

4. Hanno cominciato a giudicare il loro modo di scrivere, ciò a cui assistono e, più generalmente, hanno maturato l’uso della loro ragione.
“Attraverso le correzioni e le riletture del testo da scrivere, ho imparato a essere più critica nel mio lavoro e a riconoscere un buon scritto.”
“A distanza di tempo sono andato a vedere una rappresentazione di “Giulietta e Romeo” e, grazie a questo lavoro, ho capito meglio le scene e i suoi personaggi; perfino il finale mi è sembrato meno insensato.”
“Questa è stata per me un’esperienza nuova, che è stata utile per l’apprendimento di un metodo di ragionamento che personalmente non avevo mai applicato. Questo progetto è stato positivo e di aiuto per la nostra formazione.”
“I ragionamenti sono difficoltosi, come questo percorso, ma alla fine ti fanno crescere: scopri realtà tanto surreali quanto vicine a noi.”
“Dopo aver analizzato il testo ho avuto una risposta alle numerose domande che erano sorte in me lettrice; una risposta, però, che è un’ipotesi diversa da quella degli altri compagni-lettori.”

5. Hanno avuto la possibilità di esprimere le proprie idee rispetto ad argomenti “forti” e si sono accorti che ciò li introduce nel mondo degli adulti.
“Questo percorso è stato essenziale per scoprire e riflettere su alcuni miei pensieri, aiutandomi con le parole di un grande autore.”
“Per me è stata un’esperienza istruttiva, sicuramente dal punto di vista scolastico, a anche nella vita quotidiana ho potuto ritrovare gli importanti temi presenti nel Macbeth (il male che pervade la società o l’amore mancato). Certo, vincere il concorso ripagherebbe il nostro impegno, ma l’importante è che la tesina rispecchi le nostre idee.”
“Ho scoperto anche lati di me che non conoscevo, o meglio: sono emerse in me risposte a tematiche che non credevo avrei mai dato.”
“Lo rifarei perché Shakespeare mi ha aperto lo sguardo su nuovi argomenti, mi ha dato l’occasione di arricchire le mie conoscenze con nuovi termini e sottigliezze che mi fanno sentire più adulto.”

6. Hanno capito che il grappolo di domande sorte dalla sfida lanciata per bocca del Re Lear, “Who is it that can tell me who I am?”, non è conclusa, anzi, invita a una continua ricerca:
“Attendo [dal convegno] la risposta alla domanda principale che mi sono posta durante questo lavoro e che sento molto vicina alla mia esperienza personale.”

In conclusione si può affermare che anche da questa Via d’Europa, per chi ha accettato di percorrerla e si è speso in prima persona, è stato tratto un bel guadagno.

 

Prof.ssa Agnese Simonetto

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